È un dicembre parecchio caldo sul pianeta Terra. Il nostro vecchio impero occidentale ha evidentemente scelto di reagire al proprio declino in modo totalmente scomposto, fomentando l’apertura di continui fronti bellici in giro per il mondo e la situazione sta diventando sempre più complessa, nonostante i nostri solerti mezzi d’informazione continuino orwellianamente a ripetere che va tutto bene e che i cattivi sono sempre quelli lontani da noi (inclusi coloro che passano periodicamente da “buoni” a “cattivi” e viceversa a seconda di ciò che fa più comodo alla narrazione imposta al momento dai nostri potenti).Riflettendo sul momento che stiamo vivendo è nata l’idea di chiudere il 2024 con una selezione di dischi estemporanea e particolare: musicisti che, per scelta o per caso, fanno da ponte fra l’Italia e altri mondi. Artisti nati altrove che hanno in qualche modo a che fare col nostro Paese o con la nostra lingua, oppure artisti italiani che si confrontano con realtà diverse.
È nata in Repubblica Ceca, Misha Chylkova, ma è cresciuta artisticamente a Londra ed è ormai diventata milanese d’adozione. Il suo “Dancing the same dance” è un album da cantautrice atipica innamorata delle atmosfere ombrose della new-wave e di un’idea di psichedelia crepuscolare e straniante. Un lavoro suadente e particolare che unisce intimismo, indole alternative ed eleganza.
Pubblicato dall’italiana Seahorse Recording insieme alla britannica Cruel Nature Records, “Never Coming Home” è il primo album solista dell’israeliana Michal Gutman. Otto canzoni inquiete dall’anima spudoratamente post-punk che scorrono fra arrangiamenti minimali dalle sonorità stridenti e atmosfere fumose da club berlinese degli anni ’80.
Sono un condensato devastante di furore, schizofrenia sonora e suoni sporchi, gli statunitensi Abandoncy, e il loro nuovo album intitolato “Assailable//Agonism” è prodotto, insieme da altre etichette, anche dall’italianissima Vina Records. Sei canzoni dalle atmosfere claustrofobiche che travolgono l’ascoltatore con una scarica catartica di noise-rock che non lascia un solo secondo di respiro.
Nonostante le origini chiaramente francesi, Emmanuelle Sigal vive in Italia ormai da tempo e “Les Explorateurs”, la sua ultima fatica prodotta dalla nostrana Riff Records, include anche un duetto con Giorgio Conte. Nove canzoni dalla scrittura tanto brillante quanto delicata e dagli arrangiamenti pulitissimi che ci regalano un’idea di pop d’autore acustico primaverile e variopinto.
Vengono dalla Svizzera e cantano prevalentemente in italiano, alternandolo però con un caleidoscopio di altre lingue che rispecchia l’approccio travolgente della loro musica, i Crème Solaire. Il loro “Cemento” è un autentico frullatore sonoro electro-punk che non concede all’ascoltatore nemmeno un attimo di tregua esplorando il tema dell’alienazione sociale in modo originale e incisivo.
Romano di nascita ma residente a Innsbruck, Valerio Sanzotta è da sempre un cantautore raffinato capace di usare un linguaggio “alto” intriso di riflessioni spirituali e richiami letterari Il nuovo album intitolato “Infinito vuoto attendere” è la conferma del suo universo musicale estremamente intimo e ricercato, ma capace questa volta di contaminarsi anche con sonorità elettriche ben calibrate.
È italianissimo, Libero Reina, ma pubblica i suoi lavori per l’internazionale Cafe De Anatolia e con il suo nuovo EP intitolato “Robba bella” ci porta a respirare l’atmosfera dei mercati mediorientali creando un vero ponte fra la cultura siciliana e quella araba ma soprattutto un intrigante miscuglio fra la musica elettronica e le sonorità tradizionali delle sponde opposte del Mediterraneo.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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