C’era una volta “luglio, col bene che ti voglio”. Ma erano anni in cui sembravano esistere delle certezze e ogni cosa aveva dei colori ben definiti. Oggi invece tutto è sempre più confuso, anche l’inizio dell’estate. Dunque, per conservare almeno qualche parvenza di punto fermo, fra una giornata di caldo torrido e un nubifragio, torniamo anche all’alba di questo mese a consigliare qualche bel disco.
È un condensato di romanticismo, malinconia e senso di sconfitta, “Dopo tutto questo tempo” de La Municipàl. Un gioiello di pop d’autore affascinante, ombroso e contemporaneo, scritto con un approccio da romanzo e una sensibilità profonda fino a fare male nello scavare nei tormenti dell’animo umano pur senza rinunciare alla melodia. Una bella conferma per una delle realtà più preziose dell’attuale panorama italiano.
Accantona per un attimo la sua indole intimista, Bobo Rondelli, e con “Storie assurde” sceglie di lasciare briglia sciolta alla sua verve istrionica e al suo lato più giocoso mettendo in musica una serie di racconti grotteschi, caciaroni e politicamente scorretti. Fra canzone d’autore e spunti jazzati, un disco di puro divertimento con un tocco surreale e tutto l’estro a cui il cantautore livornese ci ha abituato.
Suona come la colonna sonora di una calda notte d’estate passata a riordinare i pensieri passeggiando senza fretta sotto un cielo stellato, il nuovo EP di Franco E La Repubblica Dei Mostri intitolato semplicemente “Io”. Quattro canzoni eleganti dall’anima pop d’autore, dipinte con grande cura usando tinte ombrose ma calde, che si districano fra riflessioni personali, malinconie e incertezze esistenziali.
Ci sono il blues più grezzo e viscerale, il rock d’autore alternativo più suggestivo e una poetica tanto urgente quanto evocativa e disincantata, ne “La lingua del santo” di Petrigno. Un album d’esordio davvero pregno di materia, capace di alternare irruenza e delicatezza, intimismo e invettiva poetica andando a presentarci un artista dalla scrittura incisiva e un'attitudine venata di anni '90.
È un pop delicato, sensibile e ricco di sfumature diverse e venature autorali senza rinunciare mai alla contemporaneità, quello tessuto da Magma nel suo EP d’esordio intitolato “Sto bene a casa”. Quattro canzoni dal sound curato e moderno che mettono in mostra una scrittura aggraziata capace di costruire melodie immediate ma anche di giostrarsi in modo sincero fra pensieri intimi e sfumature emotive.
Amano riflettere su sé stessi e sul mondo circostante, i Le Vite Degli Altri, ma hanno anche l’esigenza di sfogare le tensioni trasformandole in energia liberatoria. Nasce così “Disturbo della quiete privata”, un lavoro in cui sonorità sporche dal sapore post-harcore si fondono con una scrittura vicina all’alternative rock d’autore creando un mix per nulla banale fra riflessioni personali ed esplosioni catartiche.
Roberto Bonfanti[scrittore] www.robertobonfanti.com
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