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Immagine del redattoreRoberto Bonfanti

Roberto Bonfanti: gli ascolti di gennaio 2025 e quel vuoto incolmabile.

Sarebbe innaturale tornare a parlare di dischi senza fare prima i conti con il vuoto enorme lasciato dalla prematura scomparsa di Paolo Benvegnù. Un vuoto che, per la musica italiana di oggi, è paragonabile solo a quello lasciato ventisei anni fa da Fabrizio De André. Paolo è stato uno dei talenti più cristallini che l’Italia abbia espresso negli ultimi trent’anni e una delle persone più gentili e generose che abbiano mai abitato lo strambo ambiente della nostra musica indipendente. È stato un uomo accompagnato per tutta la sua esistenza da una luce particolarissima capace di irradiare ogni suo gesto. Ed è stato un artista sensibilissimo che ha saputo costruire un percorso dalla coerenza inscalfibile incentrando ogni suo lavoro su una poetica urgente, potentissima e soprattutto tremendamente umana. Mancheranno in modo indicibile, la sua voce, le sue parole e i suoi modi garbati.

L'unica cosa che possiamo fare su queste pagine è mantenere vivo il ricordo di ciò che Paolo Benvegnù è stato e provare a riempire il vuoto con altri suoni. Dunque, torniamo anche in questo triste mese di gennaio a consigliare qualche bel disco recente.


È la fusione fra la poesia sempre delicatissima di Marco Parente e l’elettronica tanto atipica quanto elegante di Paolo Cattaneo a dare vita al progetto Vulcani In Pace e all’omonimo album. Un lavoro dalle atmosfere dilatate che, costruendo e decostruendo continuamente frammenti di melodie trasognate, scorre come un continuo flusso emozionale onirico segnato da un ammaliante senso di fragilità.

Ci sono maturità, sensibilità, disincanto e voglia di rompere gli schemi, ne “La Miseria”, disco che segna l’esordio solista di Luca Romagnoli. Canzoni spigolose e a tratti ipnotiche, dalla scrittura moderna e personale, che sanno intrecciare umane debolezze e critica sociale in modo incisivo e mai banale andando a comporre un lavoro estremamente coerente con i piedi ben piantati nel tempo presente.

È un album a cui abbandonarsi, “Io o il mondo” degli Anèdone. Un disco suadente da cui lasciarsi prendere per mano per farsi accompagnare in un viaggio psichedelico fra paesaggi ombrosi e malinconie avvolgenti. Undici brani che fanno da trait d’union fra la canzone d’autore più intimista e il post-rock più raffinato costruendo un percorso musicale fascinoso realizzato con grande cura per i dettagli.

Non è mai banale, il pop proposto da Lo Straniero, e anche il nuovo album intitolato “Mazapé” conferma la capacità della band di trovare sempre un equilibrio intrigante fra elettronica elegante, immediatezza e indole cantautorale andando a comporre un mosaico musicale capace di spaziare fra momenti travolgenti e altri stranianti lasciando al centro di tutto una scrittura ombrosa e irrequieta.

Ci sono delicatezza e senso di intimità alla base della musica di Roberto Casanovi e del suo nuovo album intitolato “Se io sono un pesce, tu che cosa sei?”. Sette brani che camminano in punta di piedi fra atmosfere trasognate e una scrittura confidenziale in cui si mischiano approccio indie a bassa fedeltà, indole pop d’autore raffinata, genuinità spiazzante e un’intrigante poesia delle piccole cose.

Ha scelto di lasciare spazio a briglia totalmente sciolta al suo lato più giocoso e irriverente, Yuri Beretta, con il suo nuovo EP intitolato “Canzoni per bamboni”. Quattro canzoni dalle melodie incalzanti, dagli arrangiamenti sfacciatamente lo-fi e dall’indole chiaramente divertita in cui l’artista lombardo si destreggia fra racconti surreali e momenti di pura ironia.

La sola cosa che si può dire con certezza dei B5 TTNTNZ è che amano risultare destabilizzanti. Il loro “Questa è l’avanguardia” suona infatti come un vortice spiazzante di elettronica a bassa fedeltà, apparenti nonsense, citazioni, ironia e pensieri pungenti. Un progetto che rifugge ogni catalogazione e ogni idea di forma canzone ma sa incuriosire, stuzzicare e provocare con intelligenza.

Ha una scrittura cristallina da cantautore d’altri tempi, Tommaso Talarico, e con il nuovo album intitolato “Canzoni d’amore per un Paese in guerra” sceglie di raccontare storie drammatiche attraverso uno sguardo romantico. Nove canzoni pulitissime e ben arrangiate che sanno toccare le giuste corte per raccontare avvenimenti importanti in modo diretto con tatto e genuina semplicità.



Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com


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