Ormai questo spazio dedicato all’ascolto di qualche bel disco recente è diventato una sorta di metronomo che scandisce lo scorrere del tempo. E, mese dopo mese, pare che siamo già arrivati alle battute finali di questo 2024. Prima di riesumare i classici natalizi e buttarci nell’atmosfera delle feste però c’è ancora parecchia musica da ascoltare.
Raccontano gli anni ’80 da una prospettiva stridente, non convenzionale e per nulla stereotipata, I Professori con il loro “Ero 80”. Nove brani aspri e spigolosi che si potrebbero definire come una sorta di punk d’autore fatto di arrangiamenti senza fronzoli, sonorità ruvide e parole taglienti che raccontano storie di eroina, senso di decadenza sociale, disagi esistenziali e cumuli di vita lontana dai lustrini.
Suona quasi come un disco ripescato da qualche archivio della RCA degli anni ‘70, “Maddi” di Massaroni Pianoforti. Un cammino musicale ricercato, dai toni prevalentemente intimisti e stracolmo di richiami alla storia della canzone d’autore italiana, che prova a scavalcare i tempi e le mode confezionando un autentico concept album da cantautore purissimo dotato di una scrittura credibile e uno sguardo sensibile.
È un’idea di pop anarchica e accattivante, quella portata avanti dagli Eraclea con il loro album d’esordio intitolato “Toboga”. Un caleidoscopio di surrealismo, citazioni, giochi di parole, divertissement e pensieri stratificati che si incarna in un approccio musicale altrettanto variopinto in cui l’immediatezza è frutto dell’incontro fra un’infinità di influenze che spaziano dalla new-wave al pop italiano retrò.
S'intitola "Terra bruciata" ed è un EP con il cuore nel rock alternativo degli anni ’90 ma gli occhi aperti sul presente, il nuovo lavoro degli Zagreb. Cinque canzoni intrise di un approccio ruvido e compatto ricco di venature post-grunge che sanno però contaminarsi anche con altri mondi e soprattutto incarnare in modo schietto il senso di impotenza verso l’epoca complessa che stiamo vivendo.
Ha una scrittura fresca ma anche una sensibilità genuina, Casalis, e l’unione di queste componenti gli permette di comporre canzoni immediate ma mai banali dall’indole chitarristica che scorre proprio sul filo fra rock e pop d’autore. Le sette canzoni di “Brucia” sono un'intrigante immersione fra pensieri personali, malinconie mai autocompiaciute, melodie accattivanti e la giusta delicatezza.
Sono una sorta di ossimoro sonoro, i Maverick Persona, duo formato dall’eternamente eclettico Amerigo Verardi e dal giovane Deje. Il loro “In the name of” si traduce infatti in una commistione imprevedibile di jazz elettronico, kraut-rock, trip-hop e qualunque altra cosa sappia giocare con le sonorità sintetiche creando contrasti spiazzanti, atmosfere psichedeliche e suggestioni ombrose difficilmente catalogabili.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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