LA FAVOLA DEL BULLO BUONO. di Paolo Pelizza
- francescocaprini
- 7 apr
- Tempo di lettura: 2 min

LA FAVOLA DEL BULLO BUONO.
C’era una volta,
in un paese lontano lontano, un Bullo Cattivo. Era davvero cattivo. Molto ma molto cattivo. Il popolo ne aveva paura e lui spadroneggiava e si faceva beffe di tutti coloro che osavano fronteggiarlo. Il popolo, chiamato Popolo degli Ignavi, un bel giorno decise di farsi proteggere dal Bullo Buono. Questo era molto potente e al Bullo Cattivo non conveniva combatterlo. Così gli Ignavi si crogiolarono nella protezione del Bullo Buono e prosperarono. Certo, dovevano un po’ obbedire agli ordini del Bullo Buono ma vuoi mettere con stare sotto a quello Cattivo? Dovevano anche spendersi contro il Bullo Cattivo ma tutto andava veramente molto bene. Il Bullo Cattivo anche se provocato dagli Ignavi non si sarebbe permesso di scatenarsi contro di loro, consapevole delle terribili ritorsioni che avrebbe dovuto subire. Poi il Bullo Buono ha coinvolto gli Ignavi contro il Bullo Cattivo in una guerra in cui quello Buono faceva finta di non entrare. Così il Bullo Cattivo s’infuriò molto con gli Ignavi ma decise di non attaccare il Bullo Buono perché sarebbe stato molto difficile averne ragione, anche se ne riconosceva le responsabilità. Così proseguì la guerra limitandosi a minacciare terribili conseguenze. Nel frattempo, gli Ignavi eseguivano gli ordini del Bullo Buono e proseguivano la guerra mandando armi, equipaggiamenti, uomini e altre cose.
Ma un bel giorno, qualcosa cambiò. Sul trono salì un Nuovo Bullo Buono. Il Nuovo Bullo Buono stabilì che degli Ignavi non gli importava anzi li trovava dei fastidiosi parassiti che con il suo regno si erano comportati male.
“Se vogliono continuare a essere difesi – tuonò il Nuovo Bullo Buono – devono pagarmi! Ignavi ingrati e scrocconi.”
Così gli Ignavi cominciarono tutti a prendere direzioni diverse come scarafaggi quando si accende la luce. Chi diceva che bisognava trovare un accordo con il Nuovo Bullo Buono, chi diceva che si sarebbe dovuto trovare un accordo con il Bullo Cattivo (magari implorando perdono), chi chiedeva semplicemente “Cosa ne sarà di noi?” e chi un po’ meno ignavo ma non molto consapevole aveva sostenuto che gli Ignavi si dovevano armare e difendersi da soli … Per realizzare quest’ultima fantasia servivano i soldi, che venivano, per molti settori, dai commerci con il regno dei Bulli Buoni. Però il Nuovo Bullo Buono aveva deciso che avrebbe messo dei limiti ai prodotti degli Ignavi che si consumavano nel suo regno. Inoltre, gli Ignavi avevano bullizzato il Bullo Cattivo negli anni (sempre facendosi forti dall’essere protetti dal Bullo Buono) rendendo impossibile l’opportunità di riprendere i commerci con lui.
Nel frattempo, ad aggravare la situazione, succede che il Nuovo Bullo Buono e il Bullo Cattivo cominciano a provare a mettersi d’accordo …
Come finirà questa favola? Nessuno lo sa. Possiamo solo (purtroppo) ipotizzare che le ultime parole non saranno “… e vissero tutti felici e contenti”.
Però questa favola una morale ce l’ha. I Bulli Buoni non esistono.
di Paolo Pelizza
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