
Un musicista geniale che ha saputo creare un universo sonoro partendo dai suoni generati dagli errori delle macchine (Glitch) fino ad arrivare ad una musica ambient decostruita.
Christian Fennesz, con la sua musica, crea dei paesaggi onirici in cui è molto facile perdersi, ma è ancora più facile lasciarsi trasportare, seguendo il flusso sonoro che ci porta lontano. Lo abbiamo intervistato, come al solito, prima del concerto al Centro Stabile di Cultura.
Ciao Christian. Nell’antica Grecia Agorà era la piazza principale. Tu però hai dovuto registrare questo disco nel tuo appartamento in quanto lo studio di registrazione che usi solitamente non era disponibile. Registrare da solo, in un appartamento è stato più difficile, oppure ti ha dato modo di avere una nuova prospettiva?
CF: In un primo momento è stato più difficile, ma poi ho capito che fondamentalmente era la stessa cosa. Ho registrato molti dischi lavorando ai miei brani in un primo momento, durante la notte a casa e portandoli successivamente in studio. Per Agorà ho cercato di usare tutto quello che avevo a disposizione nella mia stanza, i Synth digitali e i vari Plug-in. E’ stato come registrare all’interno di un Box (scatola).
Tu hai iniziato la tua carriera musicale come chitarrista. Preferisci il digitale, l’analogico, oppure usi entrambi ?
CF: Li uso entrambi. Non ho nulla contro il digitale e posso anche creare delle composizioni usando solo strumenti virtuali, ma mi ritengo ancora “Old Fashion” e ho bisogno di suonare la mia chitarra con degli effetti a pedale.
Quando inizi a lavorare ad un nuovo brano, sei ispirato dai paesaggi e dai vari rumori ambientali?
CF: Non è facile da dire, molto probabilmente dai paesaggi. Uso soprattutto i ricordi e i sogni. L’ispirazione mi arriva maggiormente da immagini oniriche. Raramente uso il field recording. Alcune volte l’ho fatto, ma si trattava solamente di registrazioni fatte in modo molto veloce con il mio telefonino all’ambiente circostante. Non posso considerarlo esattamente field recording perchè i suoni venivano rielaborati al computer e riprocessati, prima di utilizzarli.
Hai collaborato con molti artisti importanti, David Sylvian, Ryuichi Sakamoto, Jim O’Rourke, solo per citarne alcuni. Queste collaborazione ti hanno aiutato a sviluppare ulteriormente il tuo linguaggio sonoro?
CF: Sono molto felice di avere avuto la possibilità di collaborare con questi artisti che sono tutti dei grandi musicisti. Per me c’è sempre qualcosa da imparare dalle persone con cui ho la fortuna di collaborare. Il loro modo di suonare, oppure il loro modo di registrare e creare i suoni in studio. Tutto questo mi affascina molto.
Ora ti faccio l’ultima domanda. Lo streaming legale, intendo Spotify, Deezer eccetera, sta aiutando la musica indipendente, oppure no?
CF: Questa è un’ottima domanda. Ho un brano registrato in collaborazione con Ryuichi Sakamoto su Spotify, che ha avuto più di qualche milione di ascolti, ma io per quel brano non ho ancora ricevuto alcuna royalties, pagano troppo poco gli artisti. Viviamo in un tempo di transizione per la musica, in cui risulta sempre più difficile capire cosa conta realmente.
Grazie Christian
Grazie a te
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