Credo sia abbastanza risaputo che spesso mi piace andare controcorrente. Così, mentre i giornali ci riempiono di bollettini sulla temperatura e tutto il mondo invita a ballare e cantare, mi sembra giusto approfittare della puntata di agosto di questa rubrica dedicata ai consigli musicali per parlare proprio degli album meno estivi, meno ballabili e meno “italiani” a cui non sono riuscito a dare spazio in questi ultimi mesi.
Si addentra in territori sempre più ostici e inquieti, il percorso musicale di Cigno. Il suo nuovo “Nada! Nada! Nada!” è infatti un autentico viaggio dantesco fatto di salmodianti sabba sperimentali, filastrocche distorte dall’atmosfera infernale, fantasmi post-wave e schegge sonore impazzite che danno corpo a visioni cariche d’angoscia che rifuggono con orgoglio ogni canone estetico contemporaneo.
Si chiama semplicemente Bono/Burattini, il nuovo progetto musicale di Francesca Bono degli Ofeliadorme e Vittoria Burattini dei Massimo Volume. Un duo che esordisce con il suggestivo “Suono in un tempo trasfigurato” e che, unendo batteria acustica e sonorità sintetiche, accompagna l’ascoltatore in vero viaggio psichedelico fatto suggestioni oniriche, visioni eteree e grande eleganza.
È ormai da qualche anno la signora dell’alternative blues italiano, Elli de Mon, e anche con “Pagan Blues” non smentisce quella che è la sua storia. Un lavoro crudo, claustrofobico e pieno di spigoli che si nutre dei suoni del delta del Mississipi e, dopo averli portati a fare un giro attorno all’intero globo terrestre, li rivomita con un approccio tanto sfrontato quanto dolente.
C’è una dose importante di nevrosi sonora a guidare l’eponimo lavoro d’esordio dei misteriosi Fiesta Alba. Cinque brani fatti di fraseggi secchi di chitarra di matrice math-rock che si contaminano con un’elettronica dal gusto krautrock e schegge di instabilità post-punk andando a comporre un percorso musicale imprevedibile, spigoloso e decisamente inusuale.
Nasce da un’anima post-rock, “No Harmony” dei Klidas, ma sa avventurarsi in modo personale in territori jazz-core andando a comporre paesaggi sonori stratificati dalle atmosfere che sanno dosare momenti evocativi con slanci più concreti e graffianti. Un lavoro complesso e ricco di sfumature dallo spirito inquieto e dal respiro internazionale.
Continua con “Motel Chronicles” il viaggio di Emidio Clementi e Corrado Nuccini nei meandri della miglior letteratura americana. Fra affascinanti minimalismi elettronici, atmosfere crepuscolari e il timbro inconfondibile della voce dei Massimo Volume, il nuovo album del duo dà corpo all’omonimo romanzo di Sam Shepard rappresentando uno spaccato crudo e poetico del lato più umano e decadente degli Stati Uniti.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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