MATTEO GALBIATI
Ha il profumo della storia, quella studiata con attenzione e messa in scena con garbo e rigore scientifico, la mostra Paolo Scheggi. Making Spaces, la cui puntualità progettuale si orienta proprio in senso storico a restituire gli spunti per una nuova osservazione dei contenuti valoriali della sua importantissima ricerca. L’indagine artistico-estetica di Paolo Scheggi (1940-1971), infatti, nonostante si sia esaurita in pochissimo tempo con la sua prematura scomparsa, è stata centrale nello sviluppo di riflessioni nel pieno del dibattito culturale del suo tempo ed è stata specchio fedele di quel fronte neo-avanguardista italiano aperto anche alle posizioni coeve sviluppate a livello internazionale.
MATTEO GALBIATI
Pochi artisti hanno saputo, con determinante coerenza, affermare la propria poetica in una riconoscibile e identitaria espressività nonostante il variare di forme, materiali e proposte come ha fatto, negli anni della sua costante ricerca, Mauro Staccioli (1937-2018). La sua progettualità, infatti, si è sempre composta e strutturata attraverso una geometria minima che, tra pieni e vuoti, nelle opere, monumentali o meno, è in grado di catalizzare presenze iconiche, identificabili e decodificabili, capaci di riempire, svuotare, sottolineare un preciso ambiente catalizzandone le dinamiche e le energie invisibili.
ESPOARTE CONTEMPORARY ART MAGAZINE
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