
Folklore: Forme di cultura popolare e tradizionale, tramandate quasi sempre oralmente.
Questa una delle tante definizioni della parola folklore che si trova nei dizionari (per chi ancora lì possiede), oppure in rete.
Riflettendo potremmo quindi chiederci: è possibile raccontare la tradizione storica del vicentino, senza usare il dialetto?
Risposta ragionevole: ASSOLUTAMENTE NO!
Se Bob Dylan fosse nato ai piedi del monte Summano scriverebbe anche lui in dialetto.
Fine del prologo.
Ora parliamo del disco: Raìse
Artista: Elli De Mon
Elli De Mon (Elisa De Munari), ci regala questo splendido album che parte dalla storia di Orso (da cui prese il nome il paese di Santorso, nel vicentino). Un viandante vissuto ai tempi di Carlo Magno che, vittima di una cupa profezia, cerca, tramite il pellegrinaggio, di espiare i suoi peccati (l’uccisione del padre e della moglie, la figlia del Re di Dalmazia).
La tradizione orale viene questa volta messa nero su bianco, trascritta con l’inchiostro dell’affetto e della memoria, creando canzoni che potranno essere oggetto di studio per le prossime generazioni che volessero capire la vita dei loro nonni e bisnonni.
Per chi come me, è nato a pochi minuti dal paese in questione e il dialetto lo ha sempre parlato, sentire i brani di Raise equivale ad un salto all’indietro all’interno di una bolla di tepore rappresentata dal ricordo delle storie dei nonni, quando da bambino sentivo parlare della seconda guerra mondiale senza ancora averla studiata a scuola. Oppure delle Anguane che di notte lavavano i panni e lì stendevano al chiar di luna vicino a monti e torrenti, passando attraverso la filastrocca che mia nonna e le mie zie mi hanno cantato più volte per farmi addormentare. Certi termini lì avevo dimenticati e mi sono tornati alla mente provocandomi delle emozioni dolciamare.
Nella splendida canzone: El me moro, si parla anche di una violenza domestica perpetrata da un marito che quando beve spacca i piatti e picchia la moglie. Un canto tradizione della Val Leogra, che ci fa riflettere su di un problema ancora oggi molto attuale.
Elli però stavolta non è da sola a fare tutto questo. Si avvale di altri musicisti: Marco Degli Esposti e Francesco Sicchieri, (rispettivamente chitarre e percussioni) che la aiutano a dare corpo alle mille sfaccettature che faranno vivere il disco di vita propria. Si, perchè Raise non è un disco solamente Folk. Ci sono momenti dark, altri psichedelici (Bian Jonestown Massacre?) ed esplosioni Rock.
Non voglio entrare troppo nel merito diventando eccessivamente descrittivo. Mi interessa trasmettere, anche solo in parte, il grande impatto emotivo a cui andrete incontro ascoltando questa opera. Preparatevi a fare un salto all’indietro, ma tenendo sempre lo sguardo in avanti. Elli riesce a farvelo fare e per aiutarci tutti ulteriormente, Raise è anche un libro, da avere e da conservare.
Buon ascolto.
Fabio Pigato
Comments